venerdì 19 ottobre 2012

L'omelia per la festa di San Luca: il compito evangelico degli operatori sanitari


Un filo rosso lega l'opera del Nunzio D'Errico alla testimonianza dei medici cattolici in Croazia. E' quello del Magistero e dell'orientamento della Chiesa sulle problematiche della bioetica e della tutela della vita fin dal suo concepimento. Infatti, fin dai primi giorni della sua missione a Zagabria e durante la consegna delle credenziali diplomatiche, l'arcivescovo D'Errico si è ritrovato a dialogare pubblicamente, come rappresentante della Santa Sede, su queste problematiche nel cui merito stava allora operando il Parlamento Croato. Il chiarimento della visione della vita, dalla prospettiva cattolica ed ecclesiale, è divenuta così una questione di fondamentale importanza; anche nel dibattito sociale e nella pratica professionale dei medici cattolici che hanno celebrato la festa di San Luca, loro celeste patrono, insieme con il Nunzio con una Santa Messa nella Basilica del Sacro Cuore di Zagabria. 
L'avvenimento, che è stato annunziato nel post precedente di questo blog, ha ricevuto attenzione immediata dall'agenzia informativa cattolica, la quale ha pubblicato sul suo portale, nel giro di qualche ora, un commento sulla celebrazione e il discorso in croato del Nunzio rivolto all'Associazione Medica Croata e agli operatori sanitari.
L'Eucaristia è stata concelebrata con i padri Gesuiti, con l'assistente spirituale dell'Associazione don Draženko Tomic e don Antonio Bekavac che ha guidato la vigilia di preparazione spirituale dei partecipanti. Il coro è stato diretto da Leonard Bergovec.
L'omelia, sottolineando il significato della festa di San Luca, si è incentrata sul compito evangelico assegnato all'attività dei medici e degli operatori della sanità; un compito che invita alla testimonianza della fede nell'esercizio della professione e all'assunzione coraggiosa e coerente degli attegiamenti che il Magistero indica ai fedeli in rapporto alla bioetica e al rispetto della vita. Riportiamo direttamente le parole di S. E. Alessandro D'Errico. 


Associazione Croata dei Medici Cattolici
Festa di San Luca
(Zagabria, 18 ottobre 2012)

Sono grato al Presidente dell’Associazione Croata dei Medici Cattolici, dott. Franjo Turalija, e al Segretario Generale, dott. Ivan Ćelić, per l'invito che mi hanno rivolto a presiedere questa celebrazione eucaristica, nella festa di San Luca, patrono dei medici cattolici. L’ho accolto volentieri per l’importanza della vostra Associazione, e per la considerazione e la stima che ho per voi. E ciò tanto più che questo momento di preghiera e di riflessione ha luogo qui, in questa bella Basilica del Sacro Cuore, che rappresenta uno dei centri più importanti della presenza pastorale dei carissimi Padri Gesuiti a Zagabria.

Miei cari operatori sanitari cattolici, voi sapete bene che il Magistero della Chiesa guarda con grande attenzione alle Associazioni dei Medici Cattolici. E ciò perché voi vi proponete di vivere la vostra professione nell’ascolto ecclesiale della parola di Dio e nell’adesione al Magistero della Chiesa. E così, rivisitando vari interventi recenti del Magistero, nei giorni scorsi ho trovato due indicazioni, che a me sembrano particolarmente importanti per le vostre attività, nel nostro concreto contesto sociale e pastorale della Croazia.

La prima. I documenti della Chiesa ricordano spesso che anche a voi è rivolta la parola di Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato”. E cioè, l’operatore sanitario cattolico è invitato ad avvicinarsi al paziente scorgendo in lui il volto sofferente di Gesù. Siete chiamati a prendervi cura dei pazienti che vengono a voi, come persone affidate da Dio alla vostra responsabilità, riservando una speciale preferenza per chi è più povero, più solo e più bisognoso. Siete invitati a vivere la vostra professione come esercizio concreto dell’amore per il prossimo. San Giuseppe Moscati, il grande medico napoletano, amava ripetere: “Sarà la carità, non la scienza, a cambiare il mondo!” Perciò, dovrebbe essere qui la vostra identità di operatori sanitari cattolici. E cioè, di professionisti che non sono mossi da calcoli umani o interessi mondani, ma sono ispirati dalla parola di Gesù e dall’esempio del Maestro, che è venuto per servire e non per essere servito.

Seconda. C’è poi un altro punto delicato, sul quale ritornano spesso il Santo Padre e la Gerarchia cattolica. La vostra professione dovrebbe essere sempre, per la sua stessa natura, un servizio alla vita. Ebbene, voi sapete bene che, nella prospettiva biblica e cristiana, la vita è dono di Dio che nessuno può manipolare, né tanto meno eliminare. Tuttavia, questo principio, che è così chiaro nell’ottica cristiana, si trova oggi ad incontrare tante difficoltà. Purtroppo ciò non riguarda soltanto le questioni del rapporto con i pazienti, ma anche altri ambiti più complessi (e pure di natura legislativa) che potrebbero mettere a rischio la tutela della vita nel suo inizio, nel suo termine o nel suo sviluppo. In questa situazione, ciò che la Chiesa si aspetta da voi è che viviate con coerenza i vostri convincimenti di fede, anche nelle difficoltà. E che siate attivi e fedeli testimoni di una visione cristiana della vostra professione, al servizio della vita.

So per esperienza che questo non sempre è facile. Perciò affido le vostre intenzioni alla protezione di Maria, Salus Infirmorum, e di San Luca, patrono dei medici cattolici. Il mio augurio, che si fa preghiera in questa Eucaristia, è che possiate sperimentare, oggi e sempre, le consolazioni e la gioia che vengono dalla testimonianza fedele della missione che a voi è affidata dall’Associazione dei Medici Cattolici e, attraverso essa, dalla stessa Chiesa di Cristo. 



 


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