martedì 22 gennaio 2013

Le aspettative del dialogo con la Chiesa e l'opera del Nunzio in Croazia


La ridondanza del titolo giornalistico (Il Vaticano invita la Chiesa a non essere in conflitto con la Stato”), le centinaia di commenti interattivi postati all'articolo di Vecernji List, e le migliaia di 'like' segnalati dai social network, danno il segno dell'importanza e della vivacità del dibattito in atto in Croazia in relazione al dialogo tra la Chiesa e lo Stato che va stabilendosi intorno ai valori della bioetica, della famiglia e dell'educazione. 
La religiosità e la laicità sono atteggiamenti che possono avere convergenze e stridori nelle visioni e negli orientamenti antropologici e, relativamente all'esito del dialogo, possono recare pacificazione o polemica. 
Il ruolo del Nunzio è visto in una luce molto positiva in Croazia, per la sua capacità ed il suo impegno nello stabilire relazioni "tranquille" (il termine è usato dall'articolista) con le istituzioni politiche in rappresentanza del Vaticano. Alla sua opera si legano perciò anche le aspettative e le speranze della società civile che faccia da "ponte" (altro termine usato dall'articolista) tra le posizioni della Chiesa croata e quelle del Governo. 
In vista delle sessioni della Conferenza Episcopale Croata e della Conferenza Episcopale di Bosnia-Erzegovina che si tengono congiuntamente in questi giorni, e delle altre iniziative come la Settimana Teologica Pastorale a Zagabria, il Nunzio D'Errico tiene sicuramente conto di queste aspettative per i suoi interventi nelle riunioni con i Vescovi. Per lui le relazioni “tranquille” con le istituzioni politiche suonano piuttosto come relazioni ispirate a criteri di dialogo positivo e costruttivo per il bene comune ed orientate nella prospettiva della civiltà e del Magistero della Chiesa.



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