lunedì 1 aprile 2013

Pasqua in Croazia e messaggio radiofonico del Nunzio Apostolico


Mons. D'Errico ha vissuto gli ultimi due giorni della Settimana Santa con intensa partecipazione alle celebrazioni pasquali in Croazia. Dopo la Messa Crismale nella Cattedrale di Zagabria e i Riti del Venerdì Santo nella Cattedrale di Dubrovnik, egli ha celebrato la Veglia Pasquale presso l'Ordinariato Militare di Croazia, ed al mattino della Pasqua di Risurrezione è ritornato nella Cattedrale di Zagabria per la celebrazione della Santa Messa con il Cardinale Bozanic. La sua partecipazione alla vita della Chiesa Croata nel periodo quaresimale e nella Settimana Santa si è arricchita anche con un messaggio radiofonico lanciato in onda tra Sabato Santo e Domenica di Pasqua dalla Radio Cattolica Croata e dal programma “La Voce della Croazia” di Radio Croata.
I media croati, sia d'impostazione laica e sia d'impostazione cattolica, hanno dato un'ampia risonanza al messaggio divulgandone la notizia e brani significativi. Alcuni link segnalati in fondo al post evidenziano questi aspetti.

Nella prospettiva e nella riflessione del Nunzio Apostolico e rappresentante del Papa in Croazia, le significazioni sono state particolarmente importanti e suggestive anche per gli eventi ecclesiali che hanno caratterizzato lo stesso periodo, dalle dimissioni di Benedetto XVI alla elezione di Papa Francesco il cui pontificato assume fin dall'origine la forte impronta pasquale. Leggiamo direttamente dal testo originale il contenuto del messaggio preparato e letto dal Vescovo Alessandro D'Errico per l'ascolto radiofonico del popolo croato.

Messaggio pasquale
del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico

trasmesso dalla Radio Cattolica Croata
e dal programma “La voce della Croazia” di Radio Croata
(Zagabria, Santa Pasqua 2013)

Cari ascoltatori della Radio Cattolica,
Cari ascoltatori del programma La voce della Croazia di Radio Croata,
Stretan Uskrs!       

In questo giorno santo, mi è caro condividere con voi qualche pensiero che mi sta accompagnando durante le Festività pasquali. In primo luogo, vorrei menzionare che Pasqua è la festa cristiana più importante. A Pasqua celebriamo il centro della nostra fede: Gesù, che con la sua Croce ha vinto il peccato e la morte. È la festa della vita. È la festa della luce, che emana dalla persona di Gesù Risorto. È la festa della speranza e della gioia, perché con Lui possiamo affrontare con serenità le sfide di ogni giorno. È Lui la vita; è Lui la luce per il nostro cammino; in Lui possiamo trovare vita e luce sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Perciò, auguro di cuore che da Gesù Risorto possano venire vita, luce e speranza per le nostre Comunità e, attraverso di esse, per tutte le persone di buona volontà.
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C’è poi una seconda riflessione che vorrei condividere con voi. Nei giorni scorsi ho riletto i racconti biblici della Risurrezione del Signore e degli eventi che ne seguirono. Mi sono soffermato su alcuni incontri del Risorto: quelli con Pietro, con Tommaso e con i discepoli di Emmaus.
Ebbene, mi piace rilevare che i dialoghi che li caratterizzano avvengono sempre in un clima esemplare di rispetto e di ricerca della verità. Ogni incontro si inizia con un dialogo paziente ed amorevole, che poi produce apertura, nuova speranza e gioia.
Questo mi pare un elemento importante anche per noi oggi. E cioè, dall’esempio di Gesù e dai dialoghi dei racconti successivi alla Risurrezione possiamo comprendere ancor meglio la necessità di uno “stile di vita” sempre ispirato a criteri di dialogo sincero e rispettoso.
A questo proposito, mi è caro ricordare ciò che Papa Francesco ha detto qualche giorno fa al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Parlando della Sua missione, Egli ha detto parole  semplici e profonde, che sono un programma per tutti: “Uno dei titoli del Vescovo di Roma è ‘Pontefice’; cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini. Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!” (Discorso del Santo Padre al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, del 22.03.2013).
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Cari ascoltatori, come sapete, sono in Croazia da meno di un anno. Rendo grazie a Dio per l’esperienza intensa che sto vivendo, sia a livello ecclesiale, sia nelle relazioni con le autorità politiche e con i responsabili di altre Comunità religiose. Ora, quando mi si domanda quali priorità posso raccomandare nelle nostre concrete situazioni per il futuro della Croazia, sono solito indicare tra l’altro anche questa: la necessità di una profonda convinzione circa l’importanza di un dialogo positivo e costruttivo, nelle relazioni sociali e nelle iniziative intese a promuovere un futuro migliore per la nostra società.
Questo vorrei riaffermare anche oggi, come messaggio pasquale. Come cristiani, testimoni della Risurrezione, vogliamo continuare a promuovere un autentico dialogo, capace di generare incontri fecondi per il bene comune, nelle comunità ecclesiali e nella società civile. Questo “stile” mi sembra importante ancor più in questi mesi, così carichi di significato per la nostra cara Croazia, che si prepara a rientrare a pieno titolo in Europa, alla quale è sempre appartenuta per la sua storia e la sua geografia. Sì, specialmente in questi mesi, quando - insieme a questo lieto evento, che è senz’altro di portata storica - dobbiamo registrare anche le preoccupanti conseguenze della grave crisi economica globale, specialmente per i giovani che cercano lavoro e per le fasce più povere della società.
Come cristiani, insieme a Papa Francesco, vogliamo ancor più riaffermare che è possibile e anzi doveroso lavorare insieme - quali che siano le diversità - in spirito di fraternità e di dialogo rispettoso e fecondo; e soprattutto, vogliamo continuare a dare il nostro contributo per lo sviluppo sociale e civile del Paese e della Nazione croata. E specialmente oggi che è Pasqua, vogliamo anche auspicare e pregare che questo “stile” sia recepito e contraccambiato, a tutti i livelli.
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In questo spirito, auguro che le Festività pasquali portino serenità, luce e rinnovata speranza. In questo spirito, mi è caro estendere a tutti i miei auguri pasquali. In primo luogo, ai credenti cattolici; ma al tempo stesso, ai credenti delle altre Chiese cristiane e di altre religioni, e a tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza: “Verità, bontà e bellezza di Dio - come ha detto il Santo Padre - che sono nostri preziosi alleati nell’impegno a difesa della dignità dell’uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli, e nel custodire con cura il creato” (Discorso del Santo Padre ai Rappresentanti delle Chiese e delle Comunità ecclesiali, degli Ebrei e delle varie religioni, del 20.03.2013).
Cari amici, a tutti vada il mio cordiale e fraterno augurio pasquale. SRETAN USKRS !



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