giovedì 26 dicembre 2013

Il Messaggio Natalizio del Nunzio Apostolico trasmesso alla Radio Croata

Il breve commento apparso sul portale in rete di Radio Croata, riguardante la trasmissione del Messaggio Natalizio Del Nunzio Apostolico in Croazia, ha messo in risalto il suo rivolgersi agli emigrati, ai lontani dalla patria, ai Croati di Bosnia-Erzegovina e ai poveri in difficoltà nella vita sociale ed economica della nazione. Ha evidenziato il suo riferirsi al magistero di Papa Francesco sull'atteggiamento etico e di fede cristiana da assumere nei confronti degli altri, ispirandosi all'accoglienza e alla carità del Padre del cielo. Sono sicuramente giuste chiavi di lettura che colgono nella prospettiva croata un messaggio semplice sul significato molteplice del Natale a Zagabria, che peraltro va recepito nella complessità delle sue dimensioni pastorali, teologiche ed esortative. Diamo lettura del testo originale ed intero del Messaggio Natalizio di S. E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico trasmesso dalla Radio Croata il giorno della Vigilia di Natale.   



Auguri natalizi
del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico
trasmessi alla Radio Croata
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Zagabria, Santo Natale 2013


Cari ascoltatori della Radio Croata, Sretan Božić!

Come Rappresentante del Santo Padre Francesco, sono lieto di poter porgere a ciascuno di voi e alle vostre famiglie auguri di un felice, cristiano e Santo Natale. Mi rivolgo a voi, cari amici che vivete in Croazia, e a tutti voi, che - per vari motivi - siete lontani dalla patria, in diverse parti del mondo. Un saluto particolare mi è caro indirizzare agli amici croati che sono in Bosnia ed Erzegovina e in Montenegro, ove ho avuto la gioia di servire la Chiesa per parecchi anni.
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Come forse saprete, questo è il secondo Natale che trascorro in Croazia. Qui, come avviene un pò dappertutto nei Paesi a grande maggioranza cattolica, direi che in questi giorni tutto parla di Natale: le strade, i negozi, il presepe, l’albero di Natale, i canti! Questo è bello. Questo senz’altro accresce il fascino di Natale. Ma insieme a Voi, oggi vorrei soprattutto cercare di approfondire il senso autenticamente cristiano del Natale, in maniera che possiamo valorizzare ancora di più i tanti segni esteriori che ci parlano di questa bella festa cristiana.

Un elemento mi sembra importante rilevare, come punto di partenza. Cosa celebriamo a Natale? La risposta è evidente. A Natale celebriamo il grande mistero di Dio che viene incontro a noi, nella nostra debolezza, e ci invia il Figlio, per liberarci dal peccato e indicarci la strada da seguire. È un mistero grande, che vogliamo contemplare dinanzi al presepe. Sono certo che questa contemplazione potrà portare molti frutti: di consolazione, di speranza e di pace, nella nostra vita personale, nelle nostre famiglie, in Croazia e dappertutto dove viviamo la nostra testimonianza di vita cristiana.

Possiamo poi aggiungere un secondo elemento, che ritengo altrettanto importante. Come il Santo Padre Francesco ripete spesso, la contemplazione del Padre Celeste che a Natale viene incontro a noi, ci invita anche a realizzare nella nostra vita quotidiana un movimento analogo, verso tutti i fratelli che incontriamo per le strade del mondo. In altre parole, anche noi siamo chiamati a comportarci con gli altri, come Dio si comporta con noi. Il Papa insiste molto sulla necessità che noi cristiani, come il Padre Celeste, dovremmo prendere l’iniziativa, uscire dai nostri piccoli o grandi egoismi, essere capaci di farci poveri in spirito, andare verso tutti, senza differenze, fino alle periferie del mondo, con amicizia e rispetto, lieti di annunciare e testimoniare la gioia del Vangelo, per la costruzione di una società migliore. In particolare, dovremmo andare verso coloro che sono un pò lontani dalla fede, e verso le fasce più povere della società, che di più avvertono il bisogno di una parola di solidarietà e di speranza.

Consentitemi di aggiungere una terza breve riflessione. Un po’ tutti ripetono che Natale è tempo di pace. Per noi questo è profondamente vero, perché, nella nostra visione cristiana, a Natale il “Principe della Pace” viene per noi e per tutti gli uomini di buona volontà! Perciò, soprattutto a Natale siamo chiamati ad essere operatori di pace, secondo la famosa beatitudine di Gesù “Beati gli operatori di pace”. E’ lui la nostra pace, e con Lui vogliamo annunciare con gioia la Sua pace per tutti gli uomini, specialmente nei contesti più difficili e delicati.

Personalmente sono convinto che, se troveremo il tempo di “andare” spiritualmente a Betlemme - nelle nostre chiese, nelle nostre case, nella nostra vita - sarà Natale vero anche per noi, come lo fu per i Magi e per i Pastori. Lì, a Betlemme, troveremo il Principe della Pace, l’Emmanuele, Dio che viene a noi. Ma al tempo stesso, troveremo una fonte inesauribile di energia e di grazia, che ci spingerà a fare la nostra parte per la costruzione di una società migliore.
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Cari ascoltatori, questo è l’augurio natalizio che mi è caro formulare oggi. Sia tempo di gioia, di pace e di amore, perché il Principe della Pace viene incontro a noi. Ma sia anche tempo di rinnovato impegno, di solidarietà, d’incontro, di dialogo, di attenzione agli altri. Accogliamo l’invito del Santo Padre! Andiamo a Betlemme! E da lì usciamo, andiamo fino alle periferie del mondo!

Sretan Božić!



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