mercoledì 28 giugno 2017

L’omaggio di Vecernji List all’opera svolta dal Nunzio Apostolico in Croazia

Sulle colonne di VL del 27 Giugno 2017 Jozo Pavkovic narra, commenta e propone una chiave di lettura complessa circa l’opera svolta dal Nunzio Apostolico in Croazia, e precedentemente in Bonia-Errzegovina, negli anni della sua missione diplomatica e pastorale in rappresentanza della Santa Sede e del Papa. Egli parte dalla descrizione dell’evento del Ricevimento di addio tenutosi nella sede della Nunziatura di Zagabria e sviluppa una argomentazione di carattere etico, politico, diplomatico e religioso, per rappresentare il valore e l’importanza dell’opera di Mons. D’Errico. Un valore ed una importanza che assumono una dimensione storica e di merito tale da spingere il redattore a farsi promotore della proposta della cittadinanza onoraria per il Nunzio Italiano, e della dedicazione al suo nome di una strada e di un monumento.
Questo omaggio si legge in un ampio articolo apparso anche sul portale in rete del giornale e che noi presentiamo nella doppia versione: croata direttamente letta sul portale ed italiana nella traduzione orientata da Alenka Smrkolj follower di Mons. D’Errico su fb.


Nadam se kako će Hrvati znati cijeniti D’Erricove zasluge. On zaslužuje biti naš počasni građanin

Stotine uzvanika večeras će u Zagrebu zahvaliti apostolskom nunciju Alessandru D’Erricu na njegovoj petogodišnjoj službi u Hrvatskoj. Među uzvanicima na Ksaveru bit će i brojno izaslanstvo iz BiH. U toj državi bio je šest godina. Tada je bio zadužen i za Crnu Goru. Ukupno više od jedanaest godina bio je s Hrvatima.

Njegova dva mandata ostat će upamćena po brojnim događajima. Tijekom službe nuncija D’Errica u Hrvatskoj imenovana su petorica biskupa (Hranić, Petanjek, Bogdan, Rogić, Križić), a u BiH četvorica (Vukšić, Semren, Kutleša i Rajić). Postignuti su brojni sporazumi između državnih vlasti, poput onih u RH između Filozofskog fakulteta Družbe Isusove i državnog Sveučilišta u Zagrebu, temeljnih ugovora Svete Stolice s BiH i s Crnom Gorom, Ugovora o osnutku Vojnog ordinarijata u BiH. Pokušavao je unutarcrkvene probleme rješavati dogovorom, kompromisom. U tom smislu zalagao se za rad Mješovitog povjerenstva hrvatskih i srpskih stručnjaka za ponovno zajedničko iščitavanje uloge lika blaženoga Alojzija Stepinca, kao i uspostavu Međunarodnog povjerenstva o Međugorju. U obje države stvorio je prijateljske odnose s civilnim i vjerskim vlastima, a sve u funkciji bolje međuvjerske, međunacionalne, pa čak i međustranačke tolerancije.

Alessandro D’Errico nije obični diplomat. On u svaki posao unosi emociju. Kao takav, stekao je brojne prijatelje. I ponekog oponenta. Stoga će mu rastanak s Hrvatima biti težak, bolan. Posebno je u srcu nosio Hrvate iz BiH. Na jednoj večeri na Žumberku, kada smo razgovarali o aktualnim prilikama u RH, on me suznih očiju pitao: “Dobro, Jozo, mi ćemo ovdje u Hrvatskoj nekako riješiti probleme, ali što će biti s nama u BiH?”. Tada sam shvatio – on nije stranac, on je jedan od nas. Koji se potpuno poistovjetio s patnjama hrvatskoga naroda.
Vjerojatno se nikada neće doznati što je sve dobroga uradio za Hrvate. Osobito u BiH. U ponekad bezizlaznim situacijama, kada se činilo da smo u potpunom mraku, on nije dao vjetru da ugasi svijeću. O nuncijevih 11 godina s Hrvatima mogle bi se pisati knjige i knjige. Mi iz Večernjaka napisali smo dvije. Jednu “In honorem” kada je završio mandat u BiH, a drugu “Prijatelj Hrvatske” koja iz tiska izlazi danas. Večeras će, u njegovu čast, na Ksaveru biti darovana uzvanicima. Zajedno s mojom knjigom “Urednikov pečat” koju sam također napisao na nuncijev poticaj. Eto, i moje kolumne, a potom i knjiga o položaju bh. Hrvata neki su od plodova njegove strategije. Nadam se kako će Hrvati znati cijeniti D’Erricove zasluge. On zaslužuje biti naš počasni građanin. Valjda ćemo ga proglasiti, dati ime ulici po njemu, sjetiti ga se u molitvama... Ako bude nezahvalnih, nuncij će i to razumjeti. Upoznao je hrvatski jal. Siguran sam da će i na svojoj novoj službi na Malti i u Libiji lobirati i moliti se za Hrvate jer nerijetko se čini kako nam samo Bog može pomoći u prevladavanju unutarnjih sukoba ili se, poput onih u BiH, izboriti za ravnopravnost s drugim narodima.

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E' in partenza il Nunzio nel cui mandato sono stati nominati nove nuovi vescovi croati

Centinaia di ospiti questa sera a Zagabria ringrazieranno il Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico per il suo servizio di cinque anni in Croazia. Tra gli ospiti a Ksaver ci saranno numerose delegazioni dalla Bosnia-Erzegovina dove è stato sei anni. Nel frattempo è stato responsabile anche per il Montenegro. In totale più di undici anni con i croati. I suoi due mandati saranno ricordati per molti eventi. Durante il servizio del Nunzio D'Errico in Croazia sono stati nominati cinque vescovi (Hranić, Petanjek, Bogdan, Rogić e Križić) e in Bosnia-Erzegovina quattro (Vukšić, Semren, Kutleša e Rajić). Numerosi accordi sono stati stipulati tra le autorità nazionali, come quelli in Croazia tra la Facoltà di Filosofia della Compagnia di Gesù e l'Università statale di Zagabria, l’Accordo della Santa Sede con la Bosnia-Erzegovina, con il Montenegro, l’Accordo sulla costituzione dell'Ordinariato militare in Bosnia-Erzegovina. Ha cercato di risolvere i problemi interni nella Chiesa mediante il negoziato ed il compromesso. In questo senso, si è dedicato al lavoro della Commissione mista degli esperti croati e serbi per una rilettura comune sul ruolo della persona di Beato Alojzije Stepinac, nonché all'istituzione della Commissione internazionale per Medjugorje. In entrambi i Paesi ha creato un rapporto di amicizia con le autorità civili e religiose, tutto nella funzione di una migliore tolleranza interreligiosa, tra le nazioni e persino tra i partiti.
Alessandro D'Errico non è un diplomatico comune. Egli porta emozioni in ogni attività. Come tale, ha conquistato molti amici. E qualche avversario. Perciò la sua separazione con i croati sarà difficile, dolorosa. Soprattutto aveva a cuore i croati dalla Bosnia-Erzegovina. Durante una cena in Žumberak, quando abbiamo parlato della situazione attuale in Croazia, tra le lacrime negli occhi mi ha chiesto: "Beh, Jozo, noi qui in Croazia in qualche modo risolveremo i problemi, ma cosa accadrà con noi in Bosnia-Erzegovina?". Poi mi sono reso conto - egli non è uno straniero, lui è uno di noi che si è completamente identificato con la sofferenza del popolo croato.
Probabilmente non si potrà mai scoprire tutto il bene che è stato fatto per i croati. In particolare in Bosnia-Erzegovina. Nelle situazioni a volte disperate, quando sembrava di essere nel buio più totale, lui non ha permesso al vento che spegnesse la candela. Sui circa 11 anni del Nunzio con i croati si potrebbero scrivere i libri e libri. Noi da Večernji list ne abbiamo scritto due. Uno "In onore" quando ha finito il mandato in Bosnia-Erzegovina, ed un altro "Amico della Croazia", che oggi esce dalla stampa. Questa sera, a suo onore, a Ksaver sarà offerto agli ospiti assieme al mio libro "Il sigillo del redattore" che ho scritto anche incoraggiato dal Nunzio. Ecco, le mie colonne, e poi il libro sulla posizione dei croati nella BiH sono alcuni dei frutti della sua strategia. Mi auguro che i croati apprezzano il merito di D'Errico. Egli merita di essere il nostro cittadino onorario. Credo che lo dichiareremo, daremo il nome ad una strada, lo ricorderemo nella preghiera ... Se saranno ingrati, il Nunzio lo capirà. Ha conosciuto l'invidia croata. Sono certo che nel suo nuovo servizio a Malta e in Libia fara' il suo lavoro e pregherà per i croati, perché spesso sembra che solo Dio può aiutarci a superare i conflitti interni o, come quelli in Bosnia-Erzegovina, a lottare per l'uguaglianza con le altre nazioni.
27 giugno 2017
Kolumna Jozo Pavković

Discorso al Ricevimento in Nunziatura al termine della missione in Croazia

Al completamento della sua missione in Croazia, e alla vigilia della sua partenza per la Nunziatura Aspostolica nella Repubblica di Malta e in Libia, la sera di Martedì 27 Giugno 2017 S. E. l’Arcivescovo Alessandro D’Errico ha salutato le varie rappresentanze istituzionali, diplomatiche, religiose e civili, nel Ricevimento organizzato per la Festa del Papa nella sede della Nunziatura di Zagabria.
Al Ricevimento hanno partecipato molte Autorità civili e religiose, tra le altre il Presidente della BiH, con una delegazione di ministri, il Primo Ministro di Croazia, il Misistro degli Affari Esteri, parecchi Ministri ed ex Ministri, due Vice Presidenti del Parlamento, il Rettore dell’Università di Zagabria, il Sindaco di Zagabria, il Cardinale Bozanic, parecchi Vescovi, il Gran Mufti, l’Arcivescovo Metropolita Ortodosso, molti leader religiosi, molti Provinciali di Congregazioni religiose, numerosi Sacerdoti e Suore, diversi rappresentanti del mondo giornalistico, della cultura e della comunicazione.

Il Nunzio Apostolico ha pronunziato il suo discorso in inglese, e lo leggiamo di seguito anche nella traduzione in italiano. Diversi portali ed agenzie hanno seguito l’evento riprroponendo al pubblico croato le parole del Nunzio ed illustrando l’evento con ampi commenti ed eccellenti servizi fotografici. In questo post, al termine della lettura del discorso del Nunzio, sono evidenziate le anteprime delle foto realizzate da Laudato e di quelle postate su pixell.hr

ADDRESS OF THE APOSTOLIC NUNCIO DURING THE RECEPTION ON THE OCCASION OF THE FEAST DAY OF THE HOLY SEE AND THE COMPLETION OF HIS DIPLOMATIC MISSION IN CROATIA
(Zagreb, 27 June 2017)
Mr. Speaker of the Parliament,
Mr. Prime Minister,
Mr. Croat Member of the Presidency of Bosnia and Herzegovina,
Madam Deputy Prime Minister and Minister of Foreign Affairs,
Distinguished Ministers,
Mr. Deputy Speaker of the Parliament,
Mr. Representative of the President of the Republic,
Dear Ambassadors and Members of the Diplomatic Corps,
Your Eminence, dear Archbishop of Zagreb,
Your Excellencies, dear Bishops,
Distinguished Representatives of religious Communities,
Honorable Members of the Parliament,
Mr. Mayor of Zagreb,
Ladies and gentlemen,
First of all, I would like to thank you all for your thoughtful presence at this reception, which gives us the occasion to celebrate together the Feast Day of the Holy See and, at the same time, gives me the opportunity to bid my personal farewell, at the completion of my diplomatic mission in Croatia.
1. Let me say that already before my arrival in Croatia five years ago, and especially when I was Apostolic Nuncio in Bosnia and Herzegovina and Montenegro, I had heard many times that relations between the Holy See and Croatia were uniquely characterized by century-long bonds of shared concern and interest, which became even stronger in the years after 1992, after the declaration and acknowledgement of independence.
This evening, as I am about to depart from Zagreb for the new assignment in Malta and Libya, entrusted to me by the Holy Father Pope Francis, I would like to say that I am happy to have personally experienced all that in these years of intense service.
2. Furthermore, I would say that God’s providence had positioned me to arrive in Zagreb at a period of particular importance for the history of this Nation. I am thinking, in the first place, of the extraordinary occurrence of July 1, 2013, when Croatia successfully crowned the long process of European integration, and also of the solemn celebrations this past January for the twenty-fifth anniversary of the recognition of its independence, as well as of all that has been done in recent years for the strengthening of democratic institutions.
Additionally, at a more ecclesial level, there were equally important events: five episcopal appointments, the Agreement between the Faculty of Philosophy of Jesuits and the State University of Zagreb, the work of the Joint Commission of Croatian and Serbian Experts for a common reading of the activities of Blessed Al. Stepinac.
Moreover, glancing back at these past years, I personally find that, aside from these major events, there have also been other accomplishments, certainly more discrete, but nevertheless of great importance for the diplomatic mission entrusted to me by the Holy Father. I think, in particular, of the contacts we have established with many civil and religious authorities in order to help promoting a culture of dialogue, religious tolerance and good ecumenical and interreligious relations. In my view, if we really care about social, civil and religious progress of young democracies, then this dimension was, and remains, a priority.
3. Now, when I am departing from Croatia, allow me to express my sincere gratitude to all of you. At first, to the civil authorities, for the exquisite courtesy they have always had for me and the Holy See. A very special thanks to the Collaborators of the Apostolic Nunciature, those past and present; to the Colleagues of the Diplomatic Corps; to the Cardinal Archbishop of Zagreb; to the President of the Croatian Bishops’ Conference and to the Bishops, to the President of the Croatian Religious Conference, to the men and women religious; to the clergy and lay faithful; to the representatives of the various religious Communities. To all of you, I wish to extend my most profound ‘thank you’ for the fraternal friendship you have offered me, the goodness and understanding you have shown, the support and the spiritual closeness with which you have accompanied me, and the good example you have given me especially in very delicate circumstances.
4. Last but not least, at the close of my mission, I would like to leave you with a little souvenir. So, thanks to the generosity of Večernji List and Styria, at the exit there will be distributed two recently published volumes.
The first is a monograph that this newspaper wanted to pen about my service in Croatia. With pleasure I accepted this initiative, in which I have seen above all the intention to present to the general public something written about the modest contribution which I too, by the grace of God, was able to offer in these years - according to the directives of Pope Benedict XVI before, and now of Pope Francis - to the development of relations between the Holy See and Croatia, in the field of ecumenical relations and interreligious dialogue, and for the process of growth of these beautiful local Churches,.
The second volume presents a collection of the most important articles that Mr. Jozo Pavković, Editor-in-Chief of Večernji List BiH, wrote in recent years about the difficult situation of the Croatian people in BiH. That he did in part due to my insistence, because - as you know - Bosnia and Herzegovina has been at the center of my efforts and concerns over the past 11 years. It’s a very interesting work, for which I also had the honor to write the introduction. I would highly recommend it to you, in order, at the very least, to have a clearer idea of ​​the complex issues that are still being discussed in Bosnia and Herzegovina.
5. Again thank you all. I am leaving with wonderful memories of these years. I wish each of you all the best in your future activities. I am confident that we will have the opportunity to meet again and to continue to develop our friendship in the future. Thank you, thank you very much.
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PAROLE DEL NUNZIO APOSTOLICO
AL RICEVIMENTO PER LA LA FESTA DEL PAPA
E AL TERMINE DELLA SUA MISSIONE IN CROAZIA
(Zagabria 27 giugno 2017)

Vorrei anzitutto dire un grande grazie a tutti e ciascuno di voi per la vostra partecipazione a questo Ricevimento , quando possiamo celebrare insieme la Festa Nazionale della Santa Sede e al tempo stesso io ho l'opportunità di bid farewell from you , al termine della mia missione in Croazia .


1. Già prima del mio arrivo in Croazia 5 anni fa, e in particolare quando ero Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, molte volte avevo sentito che le relazioni tra la Santa Sede e la Croazia sono contrassegnate da vincoli plurisecolari di speciale attenzione e interesse, che si sono ancor più rafforzati  negli anni successivi al 1992, dopo la proclamazione  e il riconoscimento dell'indipendenza.  

Questa sera, mentre mi appresto a lasciare Zagabria per la nuova missione  in Malta  e in Libia che il Santo Padre Francesco ha voluto affidarmi,  vorrei dire che ho  potuto constatato con gioia tutto ciò in questi anni di intenso servizio.  

Anzitutto ho potuto ancora meglio approfondire i legami stretti e cordiali che hanno contraddistinto per secoli le relazioni tra la Santa Sede e il popolo croato lungo i secoli. Poi e stato facile costatare che gli ultimi 25 anni sono quelli in cui  ancora più  chiaramente si sono manifestate e  rafforzate queste relazioni. Segno tangibile degli eccellenti rapporti che intercorrono tra la Croazia e la Santa Sede, sono i quattro Accordi firmati e ratificati tra 19 dicembre 1996 e il 14 dicembre 1998, le frequenti visite delle più alte autorità croate in Vaticano e di parecchi Cardinali di Curia in Croazia. 

2. Vorrei aggiungere che la Provvidenza di Dio ha disposto che arrivassi a Zagabria in un momento di particolare importanza per la Croazia. Il pensiero va soprattutto al 1° luglio 2013, allorché la Croazia coronò con successo il lungo cammino dell'integrazione europea; alle solenni celebrazioni  del mese di gennaio di quest'anno per il venticinquesimo anniversario del riconoscimento dell'indipendenza;  e al molto che stato fatto in questi anni per il rafforzamento delle istituzioni democratiche. 

Così pure, ad un livello più specificamente ecclesiale, ci sono stati eventi altrettanto importanti: 5 nomine vescovili, l'Intesa tra la Facoltà di Filosofia dei Gesuiti e l'Università Statale di Zagabria, i lavori della Commissione mista di esperti croati e serbi per una rilettura in comune della figura del Beato Al. Stepinac.

Inoltre, guardando indietro con sguardo d'insieme, personalmente trovo che, accanto a questi avvenimenti maggiori, ce ne sono stati altri meno eclatanti, più discreti, ma di primaria rilevanza per la missione che il Santo Padre mi aveva affidato. Penso in particolare ai contatti che abbiamo stabilito con tante autorità civili e religiose al fine di contribuire a promuovere una cultura del dialogo e di armonia sociale, e buone relazioni ecumeniche e interreligiose. A mio avviso, questa era e resta una priorità se si ha veramente a cuore la pace in queste terre e lo sviluppo di questi popoli. 

3. Ora, mentre mi preparo a lasciare la Croazia, consentitemi anche di esprimere viva gratitudine a tutti voi. In primo luogo alle Autorità civili, per la squisita attenzione che hanno sempre avuto per me e la Santa Sede. Un ringraziamento particolare esprimo ai Collaboratori della Nunziatura Apostolica di oggi e di ieri;  ai Colleghi del Corpo Diplomatico; al Cardinale Arcivescovo di Zagabria; al Presidente della Conferenza Episcopale e ai Confratelli Vescovi; al Presidente della Conferenza Religiosa Croata; ai Religiosi e alle religiose, ai Sacerdoti e ai fedeli laici;  ai Rappresentanti delle diverse confessioni religiose.  A tutti mi è caro dire un grande grazie per l'amicizia fraterna che mi avete offerto, la comprensione che ho trovato, il sostegno e la vicinanza spirituale con cui mi avete accompagnato, il buon esempio che mi avete dato anche in circostanze talvolta delicate. 

4. Ho pensato pure ad un piccolo ricordo da offrire a voi, al termine della mia missione. E così, grazie alla generosità degli amici Vecernji  List e di Styria, all'uscita vi saranno consegnati due volumi, recentemente pubblicati. 

Il primo è una monografia che il giornale ha voluto realizzare circa il mio servizio in Croazia. Ho accettato volentieri questa iniziativa, nella quale ho visto soprattutto l'intenzione di presentare al largo pubblico - e in qualche modo di lasciare ad perpetuam rei memoriam  -  qualcosa di scritto circa il modesto contributo che anch'io, per grazia di Dio, mi sono trovato a dare in questi anni, per lo sviluppo delle relazioni tra la Santa Sede e la Croazia, nel campo delle relazioni ecumeniche e del dialogo interreligioso, e per il processo di crescita di queste belle Chiese particolari, secondo le direttive di Papa Benedetto XVI prima e del Santo Padre Francesco poi. 

Il secondo è una raccolta degli articoli più importanti che il Sig.  Jozo Pavkovic, Redattore capo di Vecernji List BiH, ha scritto in questi anni circa la difficile situazione delpolopo vcroato in BiH,  soprattutto per mia insistenza,   perché  -  come sapete - la Bosnia-Erzegovina è stata al centro delle mie occupazioni e preoccupazioni in questi ultimi 11 anni.  È veramente un bel volume,  per il quale ho pure avuto l'onore di scrivere l'introduzione. Lo raccomanderei alla vostra lettura, se non altro per avere un'idea più chiara delle complesse questioni che ancora si dibattono in Bosnia ed Erzegovina. 

5. Di nuovo grazie a tutti.  Parto con un gran bel ricordo di questi anni. Auguro ogni desiderato bene a ciascuno di voi per le vostre attività.  Sono fiducioso che potremo ancora incontrarci e sviluppare la nostra amicizia in futuro. Grazie 



martedì 27 giugno 2017

Il saluto del Nunzio Apostolico sui media croati

Subito dopo la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento per il servizio svolto in Croazia, le parole del saluto di congedo rivolto dall’Arcivescovo Alessandro D’Errico nella cattedrale di Zagabria ai Vescovi, alle Autorità, e all’Assemblea ecclesiale, sono state pubblicate e diffuse dalla maggior parte media croati di orientamento religioso e laico.
A meno di 24 ore sulla rete è stato possibile visionare le fasi salienti della celebrazione, attraverso le ampie gallerie fotografiche, e leggere il testo dell’intero ed importante discorso tenuto dal Nunzio Apostolico.
Proponiamo per il blog una carrellata dei titoli dei portali che hanno pubblicato, quasi in tempo reale, i loro commenti subito dopo la celbrazione della sera di Lunedì 26 Giugno 2017.
Iniziamo con la traduzione ad sensum delle notizie data da Radio Vaticano in croato.

Il Presidente della Repubblica Kolinda Grabar-Kitarovic  ha ricevuto il 21 giugno in visita di congedo il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, con il quale ha passato in rassegna gli eventi chiave nei tradizionalmente buoni rapporti tra la Croazia e la Santa Sede nei suoi quasi cinque anni di servizio nel nostro paese. Il presidente in particolare ha ricordato il suo incontro con il Santo Padre e ha ricordato l’invito aperto a Papa Francesco a visitare la Croazia. In questa occasione, il Presidente della Repubblica ha insignito il nunzio apostolico dell'Ordine del principe Trpimir con collana e Danica per il suo eccezionale contributo allo sviluppo di buone relazioni tra la Croazia e la Santa Sede – Comunicato dall'Ufficio del Presidente.



In occasione del Giorno del Papa e del congedo del nunzio apostolico, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico al termine del suo servizio nella Repubblica di Croazia, nella Cattedrale di Zagabria xi è celebeata la Santa Messa di ringraziamento. In questa occasione, ricordiamo gli eventi ecclesiali più importanti durante il servizio di Arcivescovo D'Errico in Croazia: cinque ordinazioni episcopali, l’accordo tra la Facoltà di Filosofia della Compagnia di Gesù e l'Università di Stato di Zagabria, la riunione di lavoro degli esperti della Commissione mista croata e serba per una lettura comune del ruolo del Beato Alojzije Stepinac, la visita di alti funzionari croati in Vaticano e la visita di diversi cardinali della Curia romana in Croazia. Nell’andare a un nuovo servizio nella Repubblica di Malta e in Libia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, ha detto: "Per favore pregate per me per l'intercessione del Beato Alojzije Stepinac, che era il protettore del mio servizio in Croazia, una speranza viva presto sarà numerata con la congregazione dei santi. Vi chiedo inoltre di pregare spesso per me lo Spirito Santo, perché Egli è il protettore celeste del mio ministero episcopale. Come sapete, il mio motto episcopale è "Veni Sancte Spiritus". Vi prego di dire spesso questa invocazione-preghiera con me. Si tratta di una breve preghiera, facile da ricordare. Sono sicuro che darà abbondantemente frutti buoni. Non solo per me, ma per voi, per la Croazia, per la Repubblica di Malta e la Libia".


Vecernji List, tra i principali media croati, dedica alla celebrazione in Cattedrale un breve commento al discorso del Nunzio Apostolico che riporta interamente in croato, e una galleria di 19 fotografie che ritraggono l’Arcivescovo Alessandro D’Errico al centro dei momenti e degli incontri salenti. In particolare VL dedica al Nunzio anche un lungo commento leggibile in croato sulla piattaforma di Press Reader (vedi questo link).

La comunicazione di VL trova anche una ulteriore estensione nella versione Vecernij.ba di Bosnia-Erzegovina.




Notevole è anche il servizio dedicato al Nunzio Apostolico dall’agenzia cattolica di BiH, la KTA sempre vicina alla sua missione dai tempi della Nunziatura a Serajevo, la quale fa seguire al discorso dell’Arcivescovo D’Errico la documentazione fotografica composta con una galleria di una cinquantina di scatti.

Un importante approfondimento della celebrazione di Lunedì 26 giugno 2017 in Cattedrale a Zagabria viene proposto, dopo il servizio in tempo reale della serata precedente, dal portale Laudato, pure vicinissimo alla missione dell’Arcivescovo D’Errico. 


Su Laudato del mattino del 27 Giugno si può leggere sia una estesione del commento della sera precedente, e sia l’indirizzo di saluto rivolto dal Cardinale Bozanic al Nunzio Apostolico in partenza per la nuova missione nella Repubblica di Malta e in Libia. 


Il Cardinale coglie l’occasione per presentare i principali tratti storici della Nunziatura di Zagabria e del suo imporatnte ruolo svolto in rappresentanza della Santa Sede, sia nella Chiesa e sia nella Nazione Croata.




Un lungo commento con brani e stralci del saluto del Cardinale Bozanic e del discorso del Nunzio Apostolico sono riportati anche su IKA della tarda sera del 26 Giugno 2017.




lunedì 26 giugno 2017

Il saluto di congedo del Nunzio Apostolico nella Cattedrale di Zagabria

Pubblichiamo il testo in italiano del saluto di congedo del Nunzio Apostolico S.E. l’Arcivescovo Alessandro D’Errico, da lui predisposto e pronunciato nella Cattedrale di Zagabria al termine della Santa Messa di ringraziamento per la sua missione in Croazia. Mons. D’Errico ha concelebrato la sera di lunedì 26 Giugno 2017 insieme con il Cardinale Bozanic, con numerosi Vescovi della Conferenza Episcopale Croata e con un folto Presbiterio.
La celebrazione è coincisa con la giornata della Carità del Papa, e l’occasione è stata colta dal Nunzio per introdurre il suo discorso con il riferimento ispirativo al magistero di Papa Francesco. Ha narrato i momenti salienti della sua missione quinquennale in Croazia, sottolineando l’importanza degli eventi ecclesiali da lui vissuti e che lo hanno visto operare come Rappresentante della Santa Sede; ed illustrando gli orientamenti ecumenici e di dialogo da lui seguiti nelle relazioni confessionali, interreligiose e civili. Ha poi espresso i sentimenti personali e spirituali della sua azione pastorale ed ecclesiale vissuti nella fraternità e nella preghiera con i Vescovi e con la Chiesa di Croazia.


PAROLE DEL NUNZIO APOSTOLICO AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE PER LA FESTA DEL PAPA E DELLA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA SUA MISSIONE IN CROAZIA
(Zagabria, 26 giugno 2017)

     Mentre mi accingo a lasciare Zagabria per la nuova missione in Malta e in Libia affidatami dal Santo Padre Francesco, sono lieto di poter vivere con voi questo momento di preghiera, per la Festa del Papa e di ringraziamento all’eterno Signore della storia per il mio servizio di Rappresentante Pontificio in Croazia. Non mi è facile esprimere i sentimenti che si affollano nel mio animo. Perciò, con tutta semplicità, vorrei più che altro condividere con voi alcuni pensieri sparsi, che mi stanno accompagnando in queste settimane.

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     In primo luogo, celebriamo oggi la Festa del Papa. Personalmente considero Papa Francesco il più grande dono che lo Spirito Santo poteva fare alla Chiesa e al mondo per i nostri tempi. Pertanto, soprattutto oggi vorrei invitare ad elevare il nostro ringraziamento a Dio per questo dono e a pregare per Lui, il nostro amatissimo Papa Francesco, per il Suo instancabile servizio petrino e per il Suo illuminato Magistero.

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     In secondo luogo, questa è anche Messa di ringraziamento per il mio servizio in Croazia. Esattamente cinque anni fa, nella Cattedrale di Sarajevo presiedetti una solenne Concelebrazione a conclusione degli anni intensi che avevo vissuto con il popolo croato di Bosnia ed Erzegovina e di Montenegro. Ora, come allora, rendo grazie a Dio per i cinque anni che ho potuto trascorrere in mezzo a voi.

    La Provvidenza di Dio ha disposto che arrivassi a Zagabria in un momento di particolare importanza per la Croazia. Il pensiero va soprattutto al 1° luglio 2013, allorché la Croazia coronò con successo il lungo cammino di integrazione europea; alle solenni celebrazioni del mese di gennaio di quest’anno per il 25° anniversario del riconoscimento della Croazia; al molto che è stato fatto in questi anni per il rafforzamento delle istituzioni democratiche.

      Così pure, ad un livello più specificamente ecclesiale, ci sono stati eventi altrettanto importanti: 5 nomine vescovili, l’Intesa tra la Facoltà di Filosofia dei Gesuiti e l’Università statale di Zagabria, i lavori della Commissione mista di Esperi croati e serbi per una rilettura in comune della figura del Beato Alojzije Stepinac, le Visite di alte Autorità croate in Vaticano e di parecchi Cardinali di Curia in Croazia.

     Inoltre, guardando indietro con sguardo di insieme, trovo che, accanto a questi avvenimenti “maggiori”, ce ne sono stati altri meno eclatanti, più discreti, ma di primaria rilevanza per la missione che il Santo Padre mi aveva affidato. Mi riferisco in particolare ai contatti che ho cercato di stabilire con tante Autorità civili e religiose, al fine di contribuire a promuovere una cultura del dialogo, un’atmosfera di armonia sociale, tolleranza religiosa e buone relazioni ecumeniche e interreligiose. A mio avviso, questa era e resta una priorità, se si ha veramente a cuore il processo sociale, civile e religioso delle giovani democrazie. Molte volte ho detto che dovremmo parlare più di ciò che abbiamo in comune anziché di ciò che ci divide; e che sarebbe assai meglio se si mettessero da parte le tensioni e i pregiudizi ereditati dal passato, e ci si adoperasse per trovare insieme le giuste soluzioni per le sfide che il Paese si trova ad affrontare. Questo vorrei ripetere oggi, una volta di più, con tutto l’affetto di cui sono capace e con tanta fiducia nelle grandi potenzialità della Croazia e del popolo croato.

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     Miei cari fratelli e sorelle, sapete bene che in questi anni ho cercato di fare del mio meglio non solo per stabilire buone relazioni con le Autorità civili e con le persone più impegnate nel campo del dialogo. Al tempo stesso, mi son fatto dovere di visitare spesso diocesi, comunità religiose e istituzioni laicali. Mi avete accolto nelle vostre case; mi avete aperto il vostro cuore. Ebbene, presso di voi e con voi ho avuto la possibilità di conoscere meglio la ricchezza di civiltà, le grandi tradizioni di fede e di fedeltà alla Sede Apostolica, la bellezza di queste terre.

     Perciò, insieme al rendimento di grazie all’Eterno Signore della storia, mi è caro dirvi la mia profonda gratitudine per l’amicizia fraterna che mi avete offerto, la comprensione che ho trovato, il sostegno e la vicinanza spirituale con cui mi avete accompagnato, il buon esempio che mi avete dato, anche in circostanze talvolta delicate.

     Nell’atmosfera di preghiera di questa celebrazione eucaristica, il mio pensiero grato va in primo luogo alle Autorità civili, per la squisita attenzione che hanno sempre avuto per me e per la Santa Sede. Un ringraziamento speciale esprimo ai Collaboratori della Nunziatura Apostolica, di oggi e di ieri; ai Colleghi del Corpo Diplomatico; all’Em.mo Card. Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb; al Presidente della Conferenza Episcopale, Arcivescovo Želimir Puljić, ed ai Confratelli Vescovi; al Presidente della Conferenza dei Superiori e delle Superiore Maggiori, Fra Jure Šarčević; ai Confratelli nel sacerdozio, alle Religiose ed ai Religiosi, ai fedeli laici; ai Rappresentanti delle diverse confessioni religiose. A tutti e a ciascuno di voi – e, attraverso voi, a tutto il popolo di Dio che è in Croazia lasciate che ripeta: grazie, grazie di tutto, grazie di cuore.

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     Ora è tempo di dirci arrivederci. Per me non è facile, dopo più di undici anni di servizio al popolo croato. L’ho detto pure ai Superiori della Santa Sede. Così come ho detto che - se fosse dipeso da me - sarei restato qui ancora a lungo.
Al Santo Padre Francesco ho detto pure che mi sento un po’ come nella situazione di Abramo: chiamato ad iniziare una nuova “avventura”, che si aggiunge – ora che non sono più in verde età - a quelle che ho vissuto in quaranta anni di servizio nelle Rappresentanze Pontificie.

     Ebbene, come Abramo fece con Dio che lo chiamava, pur con i miei limiti, anche oggi desidero rinnovare al Santo Padre Francesco convinta obbedienza, e piena disponibilità ad andare per le vie alle quali Egli mi invia, per offrire il mio modesto contributo di Chiesa in un’area di grande importanza nel contesto internazionale attuale, per il ruolo che il Mediterraneo svolge nello scenario mondiale.

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     Ai Superiori ho detto pure che sento molto la mia indegnità per questa nuova designazione in un’area tanto delicata. Perciò, nel momento un po’ sofferto di questo congedo, desidero anche affidarmi alle vostre preghiere.

     Sono certo che vorrete accompagnarmi con preghiera intensa nella mia nuova missione. Vi chiedo di pregare spesso per me il Beato Alojzije Stepinac, che è stato il Patrono del mio servizio in Croazia, e che spero vivamente veder presto annoverato nel numero dei Santi. Vi chiedo pure di pregare spesso per me lo Spirito Santo, che è il celeste Patrono del mio ministero episcopale. Come sapete, il mio motto episcopale è “Veni Sancte Spiritus”. Vi domando di invocarLo spesso con questa preghiera, insieme a me. È una preghiera breve, facile da ricordare. Sono sicuro che porterà molti buoni frutti: non solo per me, ma anche per voi, per la Croazia, per la Repubblica di Malta e per la Libia. Amen!   

sabato 24 giugno 2017

Saluti e riconoscimenti della Repubblica di Croazia

In tre incontri avvenuti il 20 ed il 21 giugno 2017, ovvero durante la “visita d’addio” alle più alte rappresentanze della Repubblica di Croazia, il Nunzio Apostolico ha ricevuto saluti cordiali e riconoscimenti lusinghieri per il suo operato di Rappresentante della Santa Sede.
Il 20 Giugno egli è stato salutato dal Presidente del Parlamento Gordan Jandroković e con il Primo Ministro Andrej Plenković, con i quali si è intrattenuto in un colloquio i cui contenuti sono stati ampiamente commentati ed ufficialmente comunicati sui portali in rete del Parlamento Croato e del Governo Croato.
Il 21 Giugno Mons. D’Errico è stato poi ricevuto dalla Signora Kolinda Grabar-Kitarović Presidente della Repubblica di Croazia. La Presidente ha consegnato al Nunzio Apostolico l’onorificenza dell’Ordine del Principe di Trpmir “per il suo eccezionale contributo allo sviluppo di buone relazioni tra la Croazia e la Santa Sede”. L’incontro è stato commentato ed illustrato con una galleria fotografica sul portale ufficiale della Presidenza della repubblica di Croazia.

Di seguito riporto la traduzione ad sensum dal croato dei comunicati ufficiali dei tre incontri.


Il primo ministro Plenkovic con il nunzio apostolico D'Errico
Il primo ministro croato Andrej Plenković ricevuto oggi in visita di congedo il Nunzio Apostolico, monsignor Alessandro D'Errico.
L'incontro ha confermato i rapporti tradizionalmente buoni e amichevoli tra la Croazia e la Santa Sede. Inoltre ciò che li ha caratterizzati è la buona cooperazione della Commissione Episcopale della BCC per i rapporti con lo Stato e la Commissione per i rapporti con le comunità religiose del governo croato.
Il primo ministro Andrej Plenković ha ringraziato Monsignor D'Errico per il servizio in Croazia, e per il forte contributo al rafforzamento delle buone relazioni tra i due paesi.
Con il Primo Ministro è stato il Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri ed europei Marija Pejčinović.



Il Presidente del Parlamento Jandroković ha ricevuto in visita di addio il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia D'Errico
Zagabria - Il presidente del Parlamento croato Gordan Jandroković ha ricevuto in visita di addio il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico.
In una conversazione aperta ed amichevole, gli interlocutori hanno ricordato gli anni della collaborazione, che risale dai tempi del mandato di Nunzio in BiH, e che è stata caratterizzata da una serie di iniziative congiunte; tra gli altre la preoccupazione per la posizione dei croati in quel paese. Le due Autorità hanno confermato le ottime relazioni bilaterali tra la Croazia e la Santa Sede, ed hanno sottolineato in particolare l'aiuto e il sostegno del Vaticano nella lotta per l'indipendenza della Croazia, per il riconoscimento internazionale e l'adesione all'Unione europea.
Il Presidente del Parlamento Jandrokovic ha ringraziato il Nunzio Apostolico D'Errico per le azioni negli ultimi cinque anni in Croazia. Gli interlocutori hanno avuto uno scambio di opinioni sui cambiamenti che hanno avuto luogo nella società croata durante la durata del mandato del nunzio apostolico. In questo contesto, il nunzio ha sottolineato l'importanza di riconoscere e di agire sui postulati di base di una società giusta - la tolleranza e il dialogo reciproco.
Essi hanno inoltre discusso il processo di canonizzazione del Beato Alojzije Stepinac, e il Presidente del Parlamento Jandrokovic al termine ha espresso la speranza che la canonizzazione del cardinale Stepinac possa avvenire al più presto possibile.

21 giugno 2017, Zagabria
Il Presidente della Repubblica Kolinda Grabar-Kitarović ha ricevuto in visita d'addio S.E. Monsignor Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico in Croazia, con il quale ha parlato degli eventi chiave e dei tradizionali buoni rapporti tra la Croazia e la Santa Sede nei suoi quasi cinque anni di servizio nella Repubblica di Croazia.
Il presidente in particolare ha ricordato il suo incontro con il Santo Padre e ha ricordato l'invito rivolto a Papa Francesco a visitare la Croazia.
In questa occasione, il Presidente della Repubblica ha consegnato al nunzio apostolico l'onorificenza dell'Ordine del principe Trpimir per il suo eccezionale contributo allo sviluppo di buone relazioni tra la Croazia e la Santa Sede.